Inside out

Uscito da circa due settimane, Inside out, nuovo film d’animazione della Pixar sta già spopolando sul grande schermo. E’ una storia tutta vissuta nella mente di una bambina undicenne che vive fino a quest’età dominata dai personaggi di Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto anche se è soprattutto Gioia a prevalere. Quando però improvvisamente la piccola è costretta a trasferirsi in un’altra città, i sentimenti vanno in tilt: Gioia cerca di emergere e quindi la bambina si mostrerà felice di essere in una città a lei completamente estranea.  Ma quando Gioia e Tristezza per una serie di infortuni vengono allontanate dal “quartier generale”, la sede in cui erano state fino al quel momento, inizia a una vera e propria avventura in cui la piccola potrà essere dominata solo da Rabbia, Disgusto e Paura.

Per tutto questo tempo Gioia e Tristezza percorrono insieme il cervello della bambina e Gioia non farà altro che cercare di rincuorare Tristezza, di volerle cambiare volto, fino a farle capire che la bambina non ha bisogno di lei, non ha bisogno di essere triste ma solo felice.

Ed è in questo contrasto tra due sentimenti così diversi che la Pixar dimostra una grandissima genialità: Gioia diventa esasperante agli occhi del pubblico, mentre Tristezza attraverso i suoi grandi occhialoni neri, nel suo maglione a collo alto che le copre il suo corpicino rotondetto ci ricorda che è importante anche essere tristi, essere deboli, essere più introspettivi, perché abbiamo bisogno anche di questo, anche di avere brutti ricordi, anche di piangere. Perché senza tristezza, dominati da un continuo tentativo di mostrarci allegri e forti, probabilmente saremmo molto meno in grado di dire ciò sentiamo e di mostrarci per quello che siamo: semplicemente umani.

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